USO DI DROGHE IN ADOLESCENZA: EFFETTI NEGATIVI SUL CERVELLO

L’uso di sostanze psicoattive in età adolescenziale è molto diffuso nella nostra società, una moltitudine di giovani considerano tale comportamento “normale” o addirittura “socialmente positivo”. Nonostante la dannosità dell’utilizzo costante di sostanze sia sottovalutata o ignorata gli effetti negativi sulla struttura cerebrale e sul funzionamento cognitivo non sono affatto trascurabili. A tal proposito, gli studi scientifici hanno dimostrato che l’assunzione cronica di sostanze in età adolescenziale ha effetti dannosi sul processo di sviluppo cerebrale quali ad esempio la riduzione del volume cerebrale, delle connessioni neurali e di conseguenza dell’attività neurale stessa.

Cosa spinge gli adolescenti a fare uso di droghe?

Indubbiamente l’adolescenza è una fase molto importante e critica del processo di crescita in cui si verificano una serie di cambiamenti psico-fisici e sociali che segnano la fine dell’infanzia e l’inizio dell’età adulta. Nel periodo adolescenziale che solitamente indica un arco di età compreso tra gli 11 e i 18 anni l’adolescente costruisce e definisce la propria identità psicologica (affettiva, sessuale, scolastica, ecc.), iniziano a delinearsi le caratteristiche di personalità che differenziano un individuo dagli altri nel confronto sociale. Questo processo implica un atteggiamento di “ribellione” nei confronti degli altri (e soprattutto nei confronti delle identità genitoriali) e spesso delle regole sociali, la trasgressione è funzionale a sperimentare le proprie capacità e i propri limiti. Pertanto anche la ricerca stessa della novità e del rischio caratterizza questa fase di crescita. Tuttavia, alcuni adolescenti per vari motivi (psicologici, sociali, ambientali ed educativi), consolidano comportamenti, che da inizialmente solo trasgressivi, diventano disfunzionali e a rischio per la salute come l’uso di droghe o di alcol (per approfondire vedi “Disagio giovanile e difficoltà scolastiche”). In tal senso, l’utilizzo costante di sostanze rappresenta una strategia disfunzionale che l’adolescente, spesso influenzato dal gruppo dei pari, mette in atto per ottenere momentanee e illusorie sensazioni di piacere alleviando dal disagio emotivo dovuto ad emozioni come la rabbia, la tristezza, la solitudine o il senso di vuoto.

Il rischio è che gli adolescenti inizino ad usare le sostanze per curiosità, desiderio di sperimentare novità, desiderio di essere accettati da un gruppo sociale senza riuscire più a liberarsi da un’abitudine dannosa cadendo nel circolo vizioso della dipendenza fisica e psicologica.

In che modo le droghe danneggiano il cervello degli adolescenti?

Dal punto di vista anatomo-funzionale, l’uso prolungato di sostanze può danneggiare il funzionamento e la struttura cerebrale in sviluppo in vari modi:

  1. Riducendo la capacità di controllo volontario dei movimenti e coordinazione motoria (influendo sull’attività del cervelletto e gangli della base).
  2. Riducendo la capacita di regolazione emotiva e di controllo dei comportamenti associati all’espressione delle emozioni (influendo sull’attività dell’amigdala); alcune sostanze potrebbero aumentare la frequenza e l’intensità di emozioni come la rabbia (aggressività) o diminuirne altre come la paura.
  3. Riducendo la capacità di attenzione, memoria e apprendimento (influendo sull’attività dell’ippocampo); l’uso prolungato di sostanze spesso compromette la capacità di codificare informazioni, immagazzinarle in memoria e ricordarle.
  4. Riducendo la capacità di giudizio e decisionalità (influendo sull’attività della corteccia prefrontale); l’uso prolungato di sostanze spesso compromette la capacità di autocontrollarsi (inibire gli impulsi) e valutare i potenziali esiti negativi delle decisioni.

In sintesi, l’utilizzo cronico di sostanze nel periodo adolescenziale può influire negativamente sul processo di sviluppo cerebrale in termini strutturali e funzionali. Tra gli effetti negativi sul funzionamento psico-fisico si annoverano: difficoltà di memoria, attenzione e apprendimento; difficoltà di coordinazione motoria; disregolazione emotiva, impulsività dannosa, incapacità di autocontrollo e giudizio che si esprimono spesso in alterazioni significative della personalità.