GESTIONE DELLA RABBIA

La rabbia è una delle emozioni di base filogeneticamente determinate che ha una funzione adattiva ed evolutiva! Tuttavia, quando la rabbia diviene eccessiva o intensa, genera comportamenti disfunzionali o si protrae a lungo può causare sofferenza! In particolare, la rabbia diviene problematica quando le sua espressione o manifestazione compromette la funzionalità personale (ad es. determina comportamenti violenti o dannosi, compromette le relazioni sociali o lavorative).

 CHE COS’E’ LA RABBIA? 

La rabbia è un’emozione primaria con finalità adattiva che si attiva di fronte a stimoli interni o esterni. Tali stimoli vengono percepiti ed elaborati /interpretati dall’individuo ed in base al significato attribuito egli genera una risposta comportamentale! L’emozione della rabbia segue un processo a fasi (inizio, crescita ed attenuazione) in cui si verificano modificazioni fisiologiche e comportamentali che hanno generalmente sono finalizzate all’adattamento della persona all’ambiente.

Che succede quando ci arrabbiamo? 

L’insorgere dell’emozione di rabbia determina delle modificazioni psicofisiologiche nell’individuo!

Modificazioni a livello fisiologico: l’attivazione del sistema nervoso autonomo determina un aumento della tensione muscolare e del battito cardiaco accompagnati da una sensazione di calore e irrequietezza. L’attivazione fisiologica prepara l’organismo all’azione!

Modificazioni a livello comportamentale: l’attivazione fisiologica unita all’elaborazione cognitiva (interpretazione dello stimolo) determinano la messa in atto di azioni fisiche o verbali. Tali risposte, in genere aggressive, possono avere diverse finalità:

  1. Ristabilire la giustizia (di fronte ad un torto subito);
  2. Difendere la propria immagine personale (di fronte ad un suo danneggiamento);
  3. Conservare la dignità personale (di fronte ad un suo attacco).

Dunque la rabbia è la risposta emotiva dell’individuo ad uno stimolo (interno o esterno) interpretato come “provocatorio”, “pericoloso” o “ostacolante” rispetto ai propri obiettivi, diritti e bisogni.

La rabbia segnala la presenza di un ostacolo al raggiungimento degli scopi personali o la violazione dei propri diritti! La rabbia è una spia di allarme che ci avvisa quando qualcosa non va!

Infatti, le persone generalmente si arrabbiano quando…

-Sentono violati i propri diritti!

-Sentono di aver subito un torto o uningiustizia immotivatamente!

-Sentono minacciata la propria autostima o la propria immagine sociale!

L’azione fisica o verbale che segue la rabbia è volta al ripristino dell’equilibrio e all’eliminazione della fonte che l’ha generata. Pertanto, la durata e l’intensità della rabbia tendono ad aumentare nel momento in cui l’individuo si rende conto di non riuscire a fronteggiare ciò che la genera! Il senso di impotenza o di mancanza di strumenti per fronteggiare la fonte di disagio determina un aumento, spesso eccessivo, della rabbia!

 LE FUNZIONI DELLA RABBIA

La rabbia ha diverse funzioni o scopi che possono essere più o meno funzionali (sane) per la persona. Alcune di esse sono:

  1. La sopravvivenza fisica e psicologica! Le persone si arrabbiano per proteggere o raggiungere scopi (bisogni) personali o stati desiderati. I comportamenti che derivano dall’emozione sono finalizzati a raggiungere o evitare tali scopi (bisogni).
  2. La modifica dei comportamenti altrui! Le persone si arrabbiano per cercare di modificare i comportamenti o gli atteggiamenti dell’altro così da renderli più compatibili con i propri bisogni, consolidando la relazione!
  3. L’Affermazione della propria autonomia! Le persone si arrabbiano per rivendicare il proprio bisogno di libertà e indipendenza.
  4. Vendicarsi di un torto subito! Le persone si arrabbiano per esprimere odio e disapprovazione, vendicandosi di un torto o di un danno subito.
  5. Stabilire una gerarchia di potere! Le persone si arrabbiano per stabilire il rango, ovvero la loro posizione di potere all’interno dell’organizzazione sociale (come avviene nel mondo animale).

QUALI SONO LE CONDIZIONI CHE GENERANO RABBIA?

Le ricerche (vedi Averill, 1982) hanno evidenziato che alcune condizioni, in modo particolare, elicitano reazioni di rabbia negli individui. Alcune di esse sono:

  • Essere abbandonati
  • Essere trattati male o essere costretti a fare qualcosa contro la propria volontà
  • Venire delusi
  • Essere traditi
  • Venire usati senza saperlo
  • Sapere di essere odiati
  • Essere oggetto di attacchi fisici o verbali
  • Essere criticati
  • Sentire di avere fallito
  • Pensare all’ingiustizia nel mondo
  • Vedere andare a male i propri progetti
  • Assistere ad azioni stupide o violente
  • Fare qualcosa che non viene apprezzato dagli altri

Inoltre, Averill (1982) evidenzia come la rabbia sia più intensa quando l’individuo attribuisce consapevolezza e intenzionalità alla persona che compie l’ingiustizia o il danno nei suoi confronti.  Questo è il motivo per il quale le persone si arrabbiano maggiormente con le altre persone, piuttosto che con gli oggetti, privi di consapevolezza, volontà e intenzionalità (Averill, 1982).

In particolare, Izard (1977) sottolinea come la rabbia sia più intensa quando scatenata da persone alle quali si vuole bene essenzialmente per alcuni motivi:

-Il timore di essere abbandonati è maggiore

-Il rapporto di confidenza determina un minore controllo dell’aggressività

-la persona desidera maggiormente una modifica del loro comportamento

TRATTAMENTO PSICOLOGICO PER LA GESTIONE DELLA RABBIA

Il trattamento psicologico per la gestione della rabbia secondo un approccio cognitivo-comportamentale prevede l’impiego di diverse tecniche finalizzate a modificare in senso adattivo – positivo pensieri e comportamenti.

Le tecniche cognitive mirano a modificare l’interpretazione cognitiva degli stimoli che generano la rabbia, in favore di attribuzioni di significato più realistiche e funzionali. Esse si basano sulla prospettiva cognitivista che attribuisce al pensiero il ruolo centrale nella determinazione delle risposte emotive e comportamentali. L’obiettivo delle tecniche cognitive è quello di aiutare i pazienti a diventare consapevoli dei propri pensieri e credenze disfunzionali, rigide ed assolutistiche connesse alla rabbia, al fine modificarle.

Le tecniche comportamentali mirano ad incrementare la capacità di gestione delle emozioni al fine di sostituire condotte eccessive e disfunzionali con comportamenti più adattivi ed efficaci. L’obiettivo di tali tecniche è aiutare il paziente ad acquisire modalità comportamentali adattive che gli consentano di fronteggiare più efficacemente le situazioni di vita.

Uno stesso evento può produrre reazioni diverse in persone diverse poiché diversa è la loro interpretazione! 

Ad esempio un rimprovero, può generare vergogna, rabbia, senso di colpa o depressione a seconda di ciò che la persona pensa e si dice sull’evento, frutto di un processo di elaborazione cognitiva più o meno consapevole basato sulle credenze personali.

“L’uomo non soffre per le cose in sé, ma per le opinioni che egli ha di quelle cose”. Epiteto