DISTURBI PSICOSOMATICI

Fin dai primi studi psicologici è apparso evidente il ruolo del corpo come strumento di comunicazione di uno stato di sofferenza mentale o di disagio psichico. Freud chiamava i disturbi psicosomatici sintomi di conversione all’interno dei quadri isterici; sintomi di varia natura (neurologici, motori, ecc.) come segnale di un disagio o malessere psicologico!

Disturbi Psicosomatici riguardano tutti quei quadri sintomatologici che causati o aggravati da fattori psicologici / emozionali. La denominazione “psico-somatici” deriva dalla psicosomatica, la disciplina scientifica che indaga la relazione mente (psico) – corpo (soma), partendo dalla considerazione scientifica che il funzionamento psicologico (ed in particolare la dimensione emozionale) possa produrre sintomi, effetti sull’organismo. Alcuni dei più comuni disturbi psicosomatici sono: la stanchezza cronica, il dolore cronico, la dermatite, la sindrome da colon irritabile, la cefalea tensiva e la fibromialgia. I Sintomi psicosomatici si manifestano spesso all’interno di quadri ansiosi e depressivi.

I sintomi psicosomatici derivano dall’attivazione del il sistema nervoso autonomo a seguito di una condizione di stress psicologico o disagio emotivo (spesso poco consapevole). Stati emotivi negativi (es. preoccupazione, insoddisfazione, rabbia, frustrazione, paura, ecc.) o sentimenti conflittuali (es. autonomia/ dipendenza) possono determinare un’attivazione prolungata del sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) che determina una condizione di allerta ed emergenza continua dell’organismo. Il corpo, non essendo programmato per stare in un costante condizione di attivazione genera sintomi psicosomatici, indicatori di un disagio interiore. Inoltre, l’aspetto cognitivo, ovvero i pensieri negativi o ansiogeni connessi al vissuto emotivo contribuiscono a mantenere ed alimentare lo stato di allerta e i conseguenti sintomi a carico degli apparati più vulnerabili. Nonostante la causa dei disturbi psicosomatici sia rintracciabile nel nucleo emotivo e cognitivo, la persona con difficoltà spesso riconosce questa origine e il collegamento psiche (causa) corpo (effetto) tendendo ad imputare il malessere fisico ad un malfunzionamento organico. Dunque, i sintomi organici non sono frutto di simulazione o di una manifestazione intenzionale ma sono sintomi che realmente generano sofferenza anche elevata in diversi ambiti della vita, personale, affettiva, familiare, lavorativa e sociale.

I disturbi psicosomatici possono coinvolgere diversi apparati:

Apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea, gastrite psicosomatica, colite spastica psicosomatica, meteorismo, ulcera peptica, intolleranze alimentari, ecc.);

Apparato cardiocircolatorio (tachicardia, ipertensione, aritmia, cardiopatia ischemica, ecc.);

Apparato respiratorio (sindrome iperventilatoria, asma bronchiale, ecc.);

Apparato urogenitale (enuresi, dolori o irregolarità mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, ecc.);

Sistema cutaneo (acne, psoriasi, dermatite, sudorazione eccessiva, secchezza cutanea, prurito, orticaria, ecc.);

Sistema muscoloscheletrico (mal di testa, crampi muscolari, torcicollo, artrite, stanchezza cronica, fibromialgia, mialgia, ecc.);

Sistema neurale (disturbi pseudo-neurologici) (difficoltà a deglutire, paralisi o ipostenie localizzate, afonia, cecità, sordità, amnesie, alterazioni della coordinazione o dell’equilibrio, ecc.);

Il processo alla base dei disturbi psicosomatici è la somatizzazione che consiste nella trasformazione di processi o aspetti psicologici in somatici attraverso il coinvolgimento di diversi sistemi o apparati. Un esempio potrebbe essere uno stato di frustrazione o rabbia che sfocia in una dermatite.

DIAGNOSI

I Disturbi Psicosomatici sono classificati nel DSM-5 all’interno della categoria “Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati”. L’aspetto che accomuna tutti questi disturbi è la presenza di sintomi somatici di rilevanza tale da compromettere significativamente il benessere individuale di cui non è possibile rintracciare con certezza una causa organica. I sintomi manifestati all’interno di tali disturbi sono accompagnati da manifestazioni cognitive, emotive e comportamentali di rilevanza psicologica.

I disturbi sono distinti in:

  • Disturbo da sintomi somatici
  • Disturbo da ansia di malattia
  • Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali)
  • Fattori psicologici che influenzano altri condizioni mediche
  • Disturbo fittizio
  • Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati con altra specificazione
  • Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione
  • I disturbi psicosomatici e le somatizzazioni

(Per approfondimenti consultare l’articolo “I disturbi di somatizzazione del DSM-5“)

TRATTAMENTO

Il trattamento dei pazienti che manifestano disturbi psicosomatici è molto delicato in quanto prevede un’analisi approfondita della personalità, lo stabilirsi di un solida alleanza terapeutica e soprattutto la compresine dei processi psicologici all’origine dei sintomi. Il lavoro psicologico si basa su una valutazione attenta delle dinamiche cognitive ed emotive che generano disagio e sull’individuazione del loro legame con i “sintomi funzionali” ovvero quei sintomi di natura organica che hanno la funzione di esprimere un disagio psicologico.

Lo psicologo ha il compito di guidare il paziente nell’esplorazione di queste dinamiche aiutandolo ad orientare il proprio sistema cognitivo verso credenze e pensieri utili e sani, affrontando parallelamente gli aspetti emotivi conflittuali o problematici. Un aspetto importante è costituito dal guidare la persona verso la comprensione del significato attribuito ai sintomi e alla funzione che rivestono all’interno delle sue dinamiche psicologiche. In quest’ottica, il riconoscimento della funzione del sintomo e la risoluzione del disagio interiore produce la remissione dei sintomi che risultano privati della loro funzione di segnalare il disagio. Inoltre, sul piano comportamentale il paziente viene aiutato nel ridurre i comportamenti o gli atteggiamenti connessi al disagio emotivo in favore di comportamenti più funzionali che non rinforzino meccanismi patologici e l’espressione sintomatologica.