BULLISMO

Il termine bullismo deriva dal termine inglese “bullying” che indica un comportamento aggressivo di sopraffazione, violenza fisica o psicologica nei confronti di un individuo più debole.  Ad oggi gli studiosi concordano sulla presenza di caratteristiche che distinguono il bullismo da altri fenomeni (Olweus, 1996).  In particolare, il bullismo è caratterizzato da tre fattori essenziali:

  • Intenzionalità: il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente;
  • Sistematicità: il comportamento aggressivo è continuativo, si ripete nel tempo;
  • Asimmetria di potere: tra le parti coinvolte (bullo e vittima) c’è una disparità di potere per quanto riguarda la forza fisica, l’età o la numerosità (per le aggressioni di gruppo) che determinano nella vittima un’incapacità di difendersi e un forte senso di impotenza.

Numerosi studi hanno identificato diverse forme di bullismo, più o meno esplicite e osservabili, a seconda della tipologia di azioni che vengono messe in atto (Lannaccone, Colombo, 2003). Pertanto è possibile distinguere tra:

Bullismo diretto: comportamenti di aggressione e violenza fisica volti a nuocere all’altro (es. picchiare, spingere, fare cadere, ecc.);

Bullismo verbale: comportamenti di violenza verbale finalizzati ad arrecare danno alla vittima (es. offese, ingiurie, prese in giro insistenti e reiterate);

Bullismo indiretto: comportamenti non direttamente rivolti alla vittima ma che la danneggiano nell’ambito della relazione con gli altri; tali comportamenti sono finalizzati all’esclusione o all’isolamento della vittima attraverso ad esempio la diffusione di pettegolezzi maldicenze e ostracismo.

In base al ruolo assunto dall’individuo coinvolto nel fenomeno del bullismo possono essere individuati vari attori (Menesini, 2003):

  • Il bullo: colui che agisce il comportamento aggressivo (fisico o verbale) per danneggiare la vittima;
  • L’aiutante: colui che assume un comportamento prepotente e aggressivo spalleggiando il bullo;
  • Il sostenitore: colui che non agisce direttamente comportamenti aggressivi verso la vittima ma rinforza o favorisce il comportamento del bullo ad esempio ridendo, incitandolo o semplicemente stando a guardare (legittimando la condotta del bullo);
  • Il difensore: colui che prende le difese della vittima consolandola o cercando di far cessare le prepotenze;
  • L’esterno: colui che evita il coinvolgimento diretto o indiretto nella situazione di prepotenza;
  • La vittima: colui che subisce i comportamenti aggressivi e violenti sperimentando un senso di impotenza e sopraffazione.

Il fenomeno del bullismo è una forma di violenza e oppressione che genera una profonda sofferenza nella vittima, che, incapace di difendersi dalla violenza verbale o fisica, si percepisce svalutata ed emarginata.  Violenza e sopraffazione continuative nel tempo generano una profonda insicurezza minando l’autostima, causano spesso forti reazioni di stress che si ripercuotono nell’apprendimento e nel rendimento scolastico. Non è insolito che la vittima di bullismo arrivi al punto di non voler più andare a scuola per sottrarsi al disagio derivante dalla paura di subire atti aggressivi.

FATTORI INDIVIDUALI CHE FAVORISCONO IL FENOMENO DEL BULLISMO

La Vittima

Gli studi hanno evidenziato che alcuni fattori individuali che caratterizzano la personalità favoriscono il rischio di vittimizzazione. Tra questi fattori rientrano: l’ansia, l’insicurezza, la sensibilità e la scarsa autostima.Le vittime sono generalmente caratterizzate da uno stile comportamentale sottomesso e passivo, da debolezza fisica (soprattutto se maschi), da scarse abilità di fronteggiamento, insicurezza, ansia, senso di solitudine e abbandono (modello reattivo-ansioso della vittima). Tuttavia, è individuabile anche un’altra tipologia di vittime quelle “provocatrici” contraddistinte da reazioni ansiose e aggressive; sono solitamente bambini iperattivi, offensivi e inquieti che risultano arrecare fastidio anche negli adulti oltre che nei compagni di classe. Per entrambe le tipologie di vittime sia gli stili educativi genitoriali che le dinamiche di gruppo costituiscono dei fattori cruciali per lo sviluppo o meno delle condotte inadeguate. E’ stato infatti studiato come all’interno del gruppo diminuisca l’inibizione delle condotte aggressive a seguito della diffusione di responsabilità (conseguente diminuzione della responsabilità individuale). Il gruppo ha una sa identità che favorisce l’emergere di comportamenti passivi e aggressivi.

Il Bullo

Il modello reattivo-aggressivo vale anche per la personalità del bullo, in tal caso esso può rappresentare la base per lo sviluppo di comportamenti delinquenziali o comportamenti di dipendenza che impediscono un adeguato adattamento all’ambiente. Atteggiamenti aggressivi, impositivi e conflittuali tipici del bullo possono in gran parte dipendere da una forte insicurezza e dalle scarse competenze comunicative e relazionali. Il bullo è un bambino incapace di esprimere in modo adeguato le proprie emozioni e di fronteggiare le richieste ambientali e perciò ricorre a modalità aggressive (individuali o collettive).

COSA FARE SE SI E’ VITTIMA DI BULLISMO?

Cosa fare quando si è vittima di atti di violenza verbale o fisica da parte di un altro bambino/ragazzo (o gruppo)? Anche se istintivamente viene voglia di isolarsi ancora di più o evitando il più possibile ciò che spaventa, è un bene ricordarsi che non si è soli e che c’è sempre almeno un adulto di cui ci si può fidare e che può fornire aiuto! Una prima cosa importante da fare è individuare una persona adulta verso la quale si ha più fiducia con cui potersi confidarsi anche se ciò è doloroso; potrebbe essere un genitore, un insegnante, un istruttore, ecc. Una volta individuata la persona giusta raccontate tutto quello che è successo e che succede senza timore di poter essere giudicati poiché non avete colpa! Anche se la situazione sembra grave o irrisolvibile, parlarne con qualcuno è utile! Una persona esterna con una diversa prospettiva può aiutarvi a trovare una soluzione e ad attivare una rete di protezione sociale!

Gli interventi preventivi sono quelli più efficaci nel caso di bullismo! Attivare una sete di sostegno e protezione sociale è fondamentale!