BISOGNO DI SONNO E INSONNIA

Secondo l’Aims (Associazione Italiana di Medicina del Sonno) il 20% della popolazione italiana soffre di insonnia che si manifesta nell’incapacità di prendere sonno, mantenerlo in modo continuativo o in risvegli precoci frequenti che interferiscono con il bisogno di dormire, compromettendo a volte la funzionalità diurna. L’insonnia riguarda dunque non solo gli aspetti quantitativi del sonno ma anche la sua qualità in termini di sensazione di riposo o ristoro. L’insonnia può rappresentare un disturbo a sé stante oppure un sintomo all’interno di altri quadri psicopatologici come la depressione, i disturbi d’ansia o alcuni disturbi di personalità.

A cosa serve dormire?

Il sonno è un bisogno di base come il nutrirsi che accomuna tutti gli esseri umani e gli animali. Durante lo stato di sonno l’organismo riduce lo stato di vigilanza, reattività e interazione rispetto l’ambiente esterno al fine di ristorarsi fisicamente e mentalmente. Dormire ci consente di recuperare energie, riorganizzare l’attività cognitiva, consolidare le informazioni immagazzinate in memoria. Il fabbisogno di sonno è soggettivo, tuttavia, mediamente gli adulti necessitano di 7/8 ore circa di sonno al giorno. Il bisogno di sonno si riduce con l’avanzare dell’età.

Trattamenti per l’insonnia

I due principali trattamenti per l’insonnia sono quello farmacologico e quello psicologico. Nei casi di insonnia persistente e particolarmente debilitante può risultare particolarmente utile, almeno inizialmente, assumere una terapia farmacologica da integrare con un percorso psicologico finalizzato alla modificazione dei meccanismi cognitivi e dei comportamenti che interferiscono con il sonno sul lungo termine.

Terapia Cognitivo-Comportamentale dell’insonnia

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) per l’insonnia si basa sull’individuazione e modificazione di tutti quei pensieri, fattori cognitivi e comportamenti (abitudini) connessi al sonno che ostacolano o interferiscono con la quantità e qualità del sonno. In particolare, ci si riferisce allo sviluppo di un’igiene del sonno ovvero ad un insieme di buone pratiche che consentono di ristabilire un sonno regolare unite ad un attento lavoro sui pensieri disfunzionali e le convinzioni erronee che ostacolano o auto-sabotano il sonno fisiologico o spontaneo. La terapia cognitivo comportamentale si basa sul presupposto scientifico che abitudini comportamentali disfunzionali e credenze false dell’individuo rispetto al sonno interferiscano sul sonno come processo naturale e spontaneo, generando un atteggiamento mentale ed uno stato emotivo negativo che alimenta il circolo vizioso dell’insonnia, indipendentemente dalla causa iniziale che l’ha generata. Gli obiettivi principali della CBT per l’insonnia riguardano: ristabilire abitudini sane e funzionali eliminando i comportamenti che interferiscono negativamente con il sonno; ridurre le aspettative e le convinzioni irrealistiche riguardanti il bisogno di sonno e il suo legame con la performance diurna; modificare l’alterata percezione delle conseguenze fisiche dell’insonnia; modificare le convinzioni false riguardanti le cause dell’insonnia. Dunque, la CBT per l’insonnia è finalizzata a migliorare la qualità del sonno in termini di difficoltà di addormentamento, mantenimento di un sonno continuativo (senza frequenti risvegli) e riduzione dei risvegli precoci attraverso un cambiamento positivo sul piano cognitivo e comportamentale.

Falsi miti sul sonno…

  • I sonnellini diurni non influenzano il sonno notturno, dormire in qualsiasi momento se si ha sonno va bene!
  • Stare a letto con gli occhi chiusi porterà al sopraggiungere del sonno!
  • Guardare la tv a letto o fare attività fisica prima di andare a dormire aiuta a dormire subito!
  • Bere alcol la sera aiuta a dormire bene!